La pandemia non solo ha rivoluzionato il modo di interagire con le altre persone ma ha anche mutato il modo di lavorare. Nell’ultimo periodo si è parlato molto di digitalizzazione e smart working per consentire ai lavoratori di lavorare comodamente da casa senza il bisogno di prendere l’auto, riducendo così le immissioni di anidride carbonica e limitando di molto il traffico e di lavorare a casa con la possibilità di badare ai figli anch’essi a casa da scuola. A livello aziendale la digitalizzazione ha permesso di velocizzare di molto i tempi di invio e ricezione dei documenti, permettendo al mercato aziendale di essere più veloce e dinamico.
La digitalizzazione consente di accelerare i tempi di richiesta della merce eliminando tutti quei processi burocratici che facevano perdere tempo inutilmente aumentando in maniera spropositata i tempi di richiesta. La digitalizzazione approda in un’epoca storica dove è normale fare video-chiamate, collegarsi da un capo all’altro del mondo in tempo reale e senza problemi di connessione, la globalizzazione è un processo che ha permesso la digitalizzazione fino a qualche tempo fa un po’ arrugginita.
In un’azienda la digitalizzazione permette di relazionarsi maggiormente con il proprio pubblico, al posto di svolgere delle ricerche sotto forma cartacea si adoperano i potenti mezzi di comunicazione social che danno un riscontro già immediato e si raggiungono più profili rispetto a i mezzi che venivano utilizzati un tempo vedi la posta. L’avvenuta della digitalizzazione consente di risparmiare molta carte quindi risulta essere anche ecologica in un mondo che richiede sempre più una salvaguardia maggiore. I software creati appositamente garantiscono un flusso maggiore di dati con il rispetto della privacy e la probabilità di sbagliare commentando errori che cala in maniera drastica.
La digitalizzazione serve ma nell’ottica contemporanea non ancora tutte le aziende hanno fatto questo passo ma solo quelle più grandi a livello organizzativo e gestionale. La pandemia ha dato grande slancio alle piccole imprese, se prima del 2020 le aziende che adoperavano lo smart working si aggiravano attorno al 33%, ora la percentuale arriva quasi al 1654% un salto esponenziale notevole. Questo processo non è da considerarsi valido per tutte le aziende, chi opera nel settore delle infrastrutture e dei trasporti difficilmente potrà adoperare lo smart working e tutti i benefici della digitalizzazione. L’obiettivo del prossimo futuro è quello di far compiere il trasferimento dall’analogico al digitale a tutte quelle aziende che non lo sono ancora in vista di un futuro più versatile e veloce.
La digitalizzazione consentirà la nascita di molte mansioni alle quali ora non abbiamo accesso perché dovranno essere ancora collaudate, è molto probabile che i figli dei nostri figli potranno svolgere questi lavori che noi ora non riusciamo nemmeno ad immaginare. Per procedere nella digitalizzazione aziendale è doveroso avere delle figure professionali che siano predisposte ad ottenere un’adeguata formazione specifica, avere i mezzi necessari per l’attuazione di questo processo e degli obiettivi chiari al fine di raggiungere la meta tanto desiderata. Uno degli argomenti cardine su cui si discute negli ultimi tempi è la protezione dei dati personali, i software che vengono utilizzati nell’ambito della digitalizzazione consentono la massima sicurezza dato che nei settori quali la pubblica amministrazione e le risorse umane molti sono i dati che circolano all’interno delle differenti piattaforme.
La rete aziendale consente di ricevere, inviare e gestire tutte quelle informazioni che circolano all’interno di internet ne esistono circa quattro a cui l’azienda può far riferimento. La rete più diffusa è la rete LAN, acronimo di Local Area Network, utilizzata a livello casalingo o in ufficio perché delimitata in un’area molto ristretta. Non necessita di un provider perché i dati circolano dentro la rete stessa. La rete WLAN è il famoso wifi che non si basa più su di una struttura fisica. La rete MAN,
Metropolitan Area Network, è la tipica rete che si trova nelle grandi città o territori metropolitani. Al contrario la rete WAN, Wide Area Network, è quella in grado di far collegare tra loro regioni o nazioni intere. Per ultima ma non per importanza la rete VPN, Virtual Private Network, è il collegamento di un dispositivo e Internet, si invia tutto quello di cui si ha bisogno grazie ad un servere posto esternamente criptato. Quando si decide di digitalizzare la propria azienda è bene tenere a mente delle dimensioni dell’edificio per consentire l’installazione di una rete aziendale adeguata alle esigenze.
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha posto per le aziende che vogliono passare al digitale degli incentivi e agevolazioni per venire in contro ad ogni esigenza. Si parla di iperammortamento e superammortamento, il primo si rifà ad una supervalutazione pari al 250% degli investimenti che un’impresa ha fatto in vari settori, in aggiunta avrà anche una supervalutazione del 140% per quei beni immateriali.
Il superammortamento è una supervalutazione per i beni strumentali pari al 130%. Se un’azienda vuole acquistare software, hardware, beni strumentali basta presentare tramite pec una richiesta compilando l’apposito modulo che si trova nel sito del Ministero dello Sviluppo Economico per avere l’agevolazione definita Nuova Sabatini. Il bonus formazione 4.0 è utili per tutte quelle aziende che vogliono formare del personale adatto al processo di digitalizzazione, si tratta di un credito di imposta pari al 40% sull’importo delle spese inerenti il personale.
Per chi ha una piccola azienda vi è il voucher digitalizzazione per un totale massimo di 10.000 euro utilizzabile per acquistare hardware, software, sistemi operativi, varie spese per la formazione del personale, acquistare sistemi per gli e-commerce, stare al passo con le varie tecnologie nascenti. Gli incentivi sono anche per quelle aziende che trattano con l’estero specialmente a livello e-commerce, Simest mette a disposizione dei finanziamenti a tasso agevolato per garantire uno sviluppo maggiore. Il credito d’imposta ricerca e sviluppo vale esclusivamente per quelle imprese che si occupano di investire in ricerca e sviluppo.
Si tratta di un credito che raggiunge un massimo annuo di 5 milioni di euro utilizzabile solo da quelle imprese che hanno speso circa 30.000 euro per la ricerca e lo sviluppo. La raccomandazione è di allegarlo al modulo F24. Esiste anche un voucher innovation manager, si tratta di un fondo perduto utilizzabile per una consulenza specialistica che implica un innovation manager. Si presta per acquistare dei servizi di consulenza per l’innovazione, la trasformazione tecnologica-digitale delle imprese e degli aggiornamenti a cui l’azienda si dovrebbe disporre. Lo Stato finanzia 75 milioni di euro e per far domanda si deve compilare il modulo richiesta presente nel sito del Ministero dello Sviluppo Economico.